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Libro vecchio

CHI SIAMO

La Nostra Storia

La società di oggi, pur se particolarmente frammentata, sembra univocamente orientata a formulare una pressante richiesta di sicurezza e di giustizia: da un lato, si chiede di predisporre idonei meccanismi di prevenzione; dall’altro, qualora l’atto delittuoso venga commesso, si chiede una reazione pronta, efficace e professionale da parte degli operatori del “sistema giustizia”.

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Sul versante della capacità di risposta di questo “sistema” è stato da qualche tempo posto in evidenza che i continui sviluppi in campo scientifico e tecnologico da un lato, e le recenti riforme del codice di procedura penale dall’altro, stanno modificando profondamente il processo penale. Di fatto, sia la fase più propriamente investigativa, sia quella dibattimentale, si avvalgono sempre più frequentemente del contributo di “esperti” nelle varie discipline scientifiche, che assistono la difesa e l’accusa. In tale ambito, l’introduzione della legge sulle indagini difensive ha agito da ulteriore catalizzatore, tanto che, sin dalle prime attività sulla scena del crimine, così come nei successivi gradi di giudizio, il ricorso alla prova scientifica è diventato sempre più frequente, spesso indispensabile,  o addirittura irrinunciabile ai fini di giustizia.

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Ogni branca, da sola o in associazione alle altre, permette di arrivare a conclusioni sempre più certe e si rivela spesso fondamentale per la risoluzione di casi delittuosi, la cui positiva conclusione, è spesso affidata all’analisi di tracce e reperti che solo fino a qualche anno fa sarebbero stati completamente inutilizzabili. Inoltre, la realizzazione e la consultazione di archivi comunque estesi (es. impronte digitali, DNA, balistica, etc.), permettono associazioni un tempo non realizzabili, fornendo così, ad ogni fase dell’indagine e del processo, basi oggettive su cui fondarsi. Peraltro, le potenzialità delle moderne tecniche di indagine sono così efficaci ed affidabili da dare a queste un’esposizione praticamente quotidiana nei media.

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Finora, in Italia,  lo sviluppo di tali discipline è maturato in seno agli Istituti di Polizia Scientifica (Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato) e nell’ambito di taluni Istituti Universitari di Medicina Legale che si sono basati, essenzialmente, sull’esperienza dei singoli operatori e sui dati desunti dall’ampia casistica. Solo recentemente, in alcuni atenei nazionali, sono sorti particolari curricula universitari che hanno sì contribuito a migliorare la situazione, ma che risultano tuttora disorganici e soprattutto inadeguati, per affrontare la problematica nella sua complessa, articolata e delicata interezza : se da una parte, le scienze forensi, sono diventate una realtà irrinunciabile nel panorama processuale italiano, dall’altra, esse non sono ancora riconosciute nei raggruppamenti universitari ufficiali e, solo limitatamente, nelle aule di giustizia. Insomma, nonostante gli sforzi e le iniziative intraprese, non esiste in Italia una struttura, di sufficiente massa critica che possa servire da punto di riferimento tecnico-scientifico ed operativo per tutti gli “stakeholders” ossia gli attori principali in questo campo : autorità giudiziaria, forze di polizia, investigatori, avvocati, esperti, etc..

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La costituzione dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi, si prefigge di colmare questo ritardo culturale, professionale ed operativo, utilizzando fin da subito le risorse e le competenze disponibili sia in ambito istituzionale che privato e sfruttando le esperienze fin qui maturate, in Italia ed all’estero, attraverso un programma scientifico che punterà molto sul fattore innovazione e sulla ricerca e sviluppo (R&D), dando particolare risalto alle sinergie possibili fra discipline scientifiche e discipline umanistiche.

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Un aspetto di grande interesse, assolutamente urgente e di pressoché immediata somministrazione è quello della formazione e dell’aggiornamento professionale, di fatto assente nei corsi di giurisprudenza, ed indirizzata ai futuri magistrati, avvocati, investigatori o forze dell’ordine, mediante corsi di perfezionamento o master di I° e II° livello, anche su piattaforma multimediale, ovvero attraverso corsi di aggiornamento mirati (c.d. formazione personalizzata per end-users selezionati), che affrontino tematiche specifiche, con il riconoscimento dei relativi crediti formativi.

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Un’altra attività di cui si sente assolutamente bisogno è quella della certificazione, che darebbe ordine ed efficienza nella scelta degli esperti, dei laboratori e delle tipologie di consulenze e perizie.

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Infine, non meno importanti, anzi complementari alle precedenti, sono le attività analitiche vere e proprie e di consulenza per conto terzi, la possibilità cioè, di fornire suggerimenti e soluzioni, alle varie tematiche che riguardano i casi criminali, ovvero, individuare e suggerire esperti che possano essere nominati consulenti e/o periti dall’autorità giudiziaria e dalla difesa, o che possano svolgere analisi per conto di altri esperti che non siano in possesso della necessaria strumentazione. Senza tralasciare l’aiuto ed il sostegno ai giovani che vogliano impegnarsi in questo settore.  

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Per questi motivi il programma dell’Accademia, fin dagli inizi, dovrà basarsi su quattro filoni portanti, la divulgazione, la formazione, la ricerca e il servizio e si estrinsecherà secondo lo schema che segue, suscettibile, ovviamente, di ulteriori sviluppi.

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L’Accademia Italiana di Scienze Forensi, non vuole essere fine a se stessa ma, al contrario, si propone una strategia ambiziosa di livello nazionale e internazionale che ha bisogno della passione e dell’impegno di tutti coloro che vorranno sentirsi coinvolti, così come del confronto costante con Istituzioni che da tempo perseguono gli obbiettivi di un corretto uso della prova scientifica, quali l’Accademia Americana di Scienze Forensi o l’ENFSI, la Rete Europea degli Istituti di Scienze Forensi. La nostra Accademia, dovrà infatti essere il più possibile aperta alle competenze esterne all’università ed ai contributi degli istituti e delle organizzazioni locali, nazionali ed internazionali impegnati nel “sistema giustizia”, a tutto vantaggio di una attività investigativa e processuale sempre più efficace, tesa a migliorare la sicurezza dei cittadini, nella consapevolezza del grande valore morale e sociale dell’iniziativa e del rilevante investimento nelle giovani leve.

Nascita

Nasce da un progetto del Dott. Luciano Garofano, condiviso con altri tredici Soci Fondatori, tutti convinti della necessità di avere in Italia un’organizzazione che sia un punto di riferimento e di eccellenza nella conoscenza e divulgazione delle Scienze Forensi.

Composizione

L’ Accademia Italiana di Scienze Forensi è composta da un Consiglio di Amministrazione responsabile della gestione amministrativa e finanziaria e da un Comitato Scientifico che si occupa della attività scientifica e dell’organizzazione degli eventi, convegni, relazioni, corsi, master, etc.

Comitato Etico

E’ inoltre presente un Comitato Etico, formato da tre persone non appartenenti all’ Accademia Italiana di Scienze Forensi, che interviene in caso di comportamento ritenuto non in linea con il Codice Etico citato dallo statuto.

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SCOPI DELL'ACCADEMIA

L’Accademia Italiana di Scienze Forensi ha finalità scientifiche e didattiche volte alla conoscenza, allo studio e all’istruzione delle Scienze Forensi, allo scopo di migliorare la conoscenza, lo sviluppo e il progresso delle stesse nelle differenti discipline, scientifiche e giuridiche. Tutte le attività dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi previste dall’oggetto sociale dello statuto, sono rivolte alla diffusione delle Scienze Forensi, per soddisfare una necessità sempre crescente di supporto alle attività investigative tradizionali.

 

La “prova scientifica”, che si avvale di strumentazione analitica sempre più avanzata e in continua evoluzione, è diventata di fondamentale importanza nel dibattimento del processo penale. Data però la complessità della materia, non sempre è possibile avere una interpretazione univoca e condivisa dei risultati analitici (processo peraltro reso difficile dal continuo aggiornamento delle tecnologie e della strumentazione scientifica), creando pertanto l’esigenza di operatori del settore con un adeguato grado di istruzione esperienza e competenza specifica in materia, così da poter far fronte alle difficoltà interpretative dei risultati scientifici e permettere un confronto ed un dialogo tra le parti nelle opportune sedi giudiziarie. Il bisogno di analisi forensi è in crescita per il forte aumento di casi complessi (delitti, rapine, stupri, violenze su minori, abusi, attentati terroristici, etc.) che oltre ai metodi di indagine tradizionale, necessitano del supporto dell’attività scientifica sulla scena del crimine ed in laboratorio, sia per aumentare il grado di certezza (utile ad incastrare un colpevole, ma anche a scagionare un innocente) che per ridurre la tempistica dell’indagine stessa; dobbiamo poi constatare che i casi delittuosi che si risolvono anche con la confessione dell’imputato, sono sempre più rari, anche di fronte ad evidenti ed inconfutabili prove.

E’ evidente quindi la necessità che l’Albo Professionale a cui il personale giuridico si  riferisce, sia composto da persone con adeguata preparazione scolastica (titolo di studio adeguato, frequenza e conseguimento di corsi, master o scuole di specializzazione post-università), che abbiano pubblicato articoli o relazioni scientifiche e che siano in grado di dimostrare una   comprovata esperienza lavorativa nella disciplina specifica per la quale vengono incaricati.

 

L’Accademia Italiana di Scienze Forensi trae ispirazione dall’American Academy of Forensic Sciences www.aafs.org che da oltre 60 anni e con oltre 6000 soci membri a livello mondiale è un punto di riferimento a livello internazionale. Il convegno annuale, a cui tutti i soci membri possono partecipare, è una occasione di apprendimento, di confronto e di aggiornamento professionale di elevato livello scientifico, grazie all’eccellenza dei suoi partecipanti e relatori. L’Accademia Italiana di Scienze Forensi si prefigge l’obiettivo di colmare il vuoto di conoscenza e diffusione delle Scienze Forensi in Italia. Rispetto a quanto viene fatto negli Usa e in molti altri paesi Europei e non, c’è molto da fare. Il nostro Paese non dispone ancora oggi di uno strumento di fondamentale importanza come la banca dati nazionale del DNA, ne tantomeno di un adeguato sistema di accreditamento e certificazione delle attività riguardanti le Scienze Forensi, dalla procedura di repertazione e relativa conservazione dei campioni raccolti sulla scena del crimine a molte delle procedure e metodologie di lavoro riguardanti i laboratori di analisi. Buone parte di questi processi negli Usa sono attivi dal 1974.

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